Attenzione! I giornalisti si interessano sempre più all’igiene in gelateria

Il tema igiene in gelateria è una costante delle notizie estive, o meglio lo era fino all’anno scorso.

Solitamente con la pubblicazione a fine luglio e ad agosto degli esiti dei controlli dei veterinari dell’ufficio igiene, apparivano gli abituali articoli nella stampa locale. Come sappiamo tutti, le gelaterie sono sempre nella lista dei controlli igienici in estate e ai giornalisti piace molto quando ci sono valori fuori posto e si può ricordare ai lettori in quale stato igienico è il loro tanto amato gelato.

Quest’anno si è cominciato a parlare di igiene, già ad aprile, nonostante la primavera sia stata fredda e piovosa, nonostante non ci siano stati ancora controlli nelle gelaterie. Il tutto è iniziato con una vignetta, pubblicata nella rivista Stern la settimana dopo Pasqua. La caricatura presenta un venditore ambulante di gelato, che lo vende a scelta con o senza salmonelle. Come ufficio stampa abbiamo reagito subito scrivendo alla redazione del giornale una lettera di indignazione, allegando come prova una certificazione dell’istituto di igiene BAV, che dichiara che da oltre 10 anni nelle migliaia di prove che loro hanno fatto, non si sono mai trovate tracce di salmonella.

La reazione dell’associazione, pur pronta e documentata non recupera il danno di immagine e non ci toglie di dosso questo stigma. Ho avuto poi un incontro con una giornalista dello Stern, che in breve concluse il tema così: una vignetta è uno scherzo e niente altro, puó essere benevolo o malevolo, ma non lo puoi proibire. Il lavoro di un giornalista va sempre rispettato, il lavoro di un caricaturista è intoccabile.

La nostra categoria in tema di igiene, ha un problema di immagine negativa, cronica, che ci portiamo appresso dal passato. Per es. dodici anni fa furono trovate veramente tracce di salmonella nel gelato di un gelatiere italiano. In realtà anche negli ultimi anni, si continuano a trovare durante i controlli abituali spesso valori fuori posto nel gelato.

Molto probabilmente ha contribuito a rafforzare questa immagine o pregiudizio dell’igiene mancante nelle gelaterie, il fatto che in passato ci sono stati gelatieri, che non hanno avuto una maniacale attenzione per la pulizia del laboratorio, non hanno pulito il distributore della panna ogni sera o non si sono curati in che stato era il loro gelato in vetrina. Ancora più probabile è, che molti venditori ambulanti di una volta, fossero ancora meno attenti al grado di pulizia del prodotto in vendita nel loro camioncino, alla limpidezza dell’acqua della vaschetta del porzionatore, per non parlare dei valori della catena del freddo nell’abitacolo e in vetrina in certe giornate molto calde.

Per fortuna però negli ultimi anni i furgoncini in giro per le città sono andati scomparendo, per fortuna l’informazione e l’insistenza delle notizie sull’importanza dell’igiene nella produzione e nella vendita al dettaglio di generi alimentari freschi, ha messo in primo piano la necessità di rispettare norme e condizioni igieniche richieste anche in gelateria. Con l’entrata in vigore della HACCP (=Hazard Analysis Critical Control Point) nel 1997 e l’obbligo categorico per tutti gli esercenti nel settore dei generi alimentari freschi di rispettare questa legge, anche per i gelatieri è diventata prassi comune essere assistiti da un istituto dell’igiene, fare l’autocontrollo regolarmente, redigendo un protocollo.

Forse per pigrizia, forse per testardaggine, non so quale possa essere la ragione tanto forte per alcuni per infrangere una legge e rendersi bersaglio di penalità, danneggiare apertamente la propria immagine con i clienti e quella della categoria, in caso di controlli con esiti compromettenti.

Se tutti noi – soci di Uniteis – rispettassimo la legge, avessimo in vetrina o in negozio il certificato dell’HACCP, fossimo in grado di presentare a un controllo valori ineccepibili, sicuramente la nostra associazione avrebbe la grossa opportunità di distinguersi dalla zavorra di gelatieri incompetenti senza arte e né parte, che appartengono a quella concorrenza sleale, di cui tutti ci lamentiamo. Distinguersi e poterlo comunicare a voce alta.

Fare l’HACCP in gelateria è anche sinonimo di essere competenti e conoscere il proprio prodotto. Il tema dell’igiene e del rispetto delle norme ci riporta sempre allo stesso dato di fatto fondamentale: è necessario e urgente essere professionali, essere al passo con i tempi, specializzarsi e fare corsi per imparare tecniche nuove, per conoscere le ultime normative, ma soprattutto per migliorare la nostra qualità e alzare il livello della nostra gelateria.

Dr. Annalisa Carnio
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